Once upon a time it was the blues
Breve storia del blues e altro
“Everyday I have the blues!”
Qualcuno pensa sia solo un genere musicale, ma i musicisti blues, quelli che hanno fatto la storia di questa musica, affermano che sia uno stato d’animo senza il quale non ci sarebbe emozione alcuna nelle note da loro suonate.
Immaginate di risvegliarvi a fine dell’800, sotto il sole bruciante del Delta del Mississippi, schiavi neri in un’America fatta di immigrazione e sviluppo industriale, schiavi nei campi, costretti a lavorare chinati a terra tutto il giorno, tutti i giorni, tra cotone e tabacco, senza diritti, emarginati dalla società. Immaginate il peso, dentro, dell’esistenza, ma immaginate anche di essere pieni di vita e voler godere di quel poco che avete, non serve tanto, basta una chitarra, un’armonica, una voce che sa di stanchezza ed ecco fatto, così è nato il Blues!
Siamo nel 1865, anno in cui gli Stati Uniti decideranno di abolire la schiavitù e molti “nuovi liberi” inizieranno a portare la musica fuori dal quel recinto in cui fino a quel momento era stata confinata, fino a mettere le basi, in pochi decenni, di quello che diventerà uno dei più vasti e longevi generi musicali della storia.
Tra gli antenati del blues troviamo le work song e lo spiritual, una forma di canto devozionale basato su “call & response” tra il solista che intonava il canto e il coro con cui dialogava. Il contenuto narrava in modo impersonale della condizione dell’umanità, del rapporto con Dio, ed era volto ad attutire i dolori e le sofferenze della schiavitù. Era prevalentemente cantato a cappella ed il tempo veniva scandito da battere di lattine e pentole di ferro, battiti di mani e di piedi.
Negli anni, il blues ha conosciuto un grande successo grazie a grandi interpreti che hanno saputo mantenere grande, ancora oggi, questo genere musicale. Ma torniamo per un attimo al battere di mani e piedi perché è proprio da questi semplici movimenti che nasce anche il ballo blues.
Nato come modo per scrollarsi di dosso i pensieri e cantare la musica, il blues danzato si esprime dapprima come ballo in solo, e poi come ballo di coppia. Solo le comunità nere lo ballavano e, differentemente dal preconcetto moderno di un ballo dai movimenti necessariamente sensuali, era invece vissuto come modo per prendersi in giro e scherzare un po’, non solo da coppie di amanti, ma molto frequentemente anche tra fratelli e sorelle, cugini…parenti insomma!
Il luogo per eccellenza del blues era il Juke Joints, un luogo nascosto agli occhi dei bianchi, dove gli afroamericani si distraevano giocando a carte, bevendo alcolici e sì…ballando! Purtroppo di questo periodo non vi sono che una manciata di video che raccontino come e cosa succedeva in questi luoghi ma molti sono i testi che ci raccontano dell’estetica e della ritmica del ballo blues dell’epoca.
Ciò che oggi riconosciamo e ricerchiamo nel blues è lo studio di quelli che vengono definiti i “Blues idioms“, ovvero delle forme di linguaggio con cui si esprimeva il corpo nel ballo blues. Tra questi abbiamo Ballrooming, Fish Tail, Funky Butt, Mooche, Strut, Snake Hips, Slow Drag, Struttin, Texas Shuffle. Ognuno di essi presenta caratteristiche totalmente differenti dagli altri: il Ballrooming, per esempio, era una forma di slow dance ballata dai ballerini di lindy hop al Savoy, mentre Funky Butt, Fish Tail e Mooche sono caratteristici per i movimenti di anche e bacino.
Nonostante le differenze insite in ogni idioma, c’è comunque una serie di elementi che accomuna tutti i generi di blues: elasticità e fluidità che si irradiano in tutte le parti del corpo, l’uso dei poliritmi, il movimento “behind the beat”, il call and response, e infine, ma primo tra tutti, l’emozione!
Ci sarebbe molto altro da raccontare di questo mondo un po’ nascosto e delle storie che vi hanno avuto luogo, ma per ora restiamo con un po’ di curiosità e se ciò che state cercando sono creatività, libertà di espressione, tanta musicalità e avete voglia di non prendervi troppo sul serio…eccovi serviti! Venite a curiosare in questo mondo, molto probabilmente ve ne innamorerete!
Beatrice (Bibi)
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